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AMAZZONIA
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MADAGASCAR
BENIN
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AMAZZONIA

La nostra missione, oggi Custodia, di Amazzonia e Roraima, è situata principalmente nello stato di Amazonas, creato per Decreto Imperiale il 5 settembre 1850 ed elevato a condizione di diocesi da Leone XIII con il Documento Ad Universas Orbis Ecclesias, il 27 aprile 1892, smembrandola dalla diocesi del Pará. 

La più probabile origine del nome Amazonas è ama, valle o bacino e azu, grande: la grande valle idrografica formata dal Rio Mare che nasce insieme al lago Lauricocha in Perù, con il nome di Rio Marañon; ingrossato da diversi affluenti, riceve il nome di Solimões per poi cambiarlo in Rio dell’Amazzoni quando le sue acque argillose si mischiano con quelle del Rio Negro a Manaus, proseguendo poi fino all’Oceano Atlantico.

L’Amazzoni è il fiume più lungo del mondo – se misurato col rio Solimões – e di maggior portata d’acqua, con 6.571 km, superando il Nilo in Egitto. Alla confluenza con il Rio Negro ha 12 km di larghezza e più di 200 km nel suo sfociare nell’Atlantico, dove con forza naturale, le acque avanzano per più di 300 km dentro il mare! Solimões, probabilmente, significa fiume dei veleni, ricordando le frecce avvelenate della tribù dei Solimões. 

In seguito alla scoperta del Nuovo Mondo e alla conseguente colonizzazione, entrarono in America Latina anche i Missionari Cattolici, per i quali, purtroppo, fu giocoforza dipendere dalle alterne vicende legate alle lotte coloniali. Il primo a mettere piede in Alto Solimões fu il Domenicano P. Gaspare de Carvajal che, con il Capitano Francisco Orellana, tra il 1541 ed il 1542, discese avventurosamente l’immenso fiume chiamato dallo stesso Orellana “Rio delle Amazzoni”. Altre notizie risalgono al 1637, quando alcuni Missionari (un Francescano, due Gesuiti e quattro Mercedari) entrarono nella spedizione di Pedro Teixeira da Quitos al Parà e ritorno. Benché di passaggio, questi pionieri della Fede seppero gettare in Alto Solimões i primi semi di vita cristiana. Nel 1645 fu creata la Missione del Rio delle Amazzoni, affidata ai Cappuccini spagnoli di Valencia.

Non si sa quanto tempo questa missione sia rimasta in piedi, ma all’arrivo dei Gesuiti, quaranta anni più tardi, gli Indios risultavano ben catechizzati e riuniti in località con nomi di santi. Nel 1686 i Gesuiti spagnoli P. Samuel Fritz e P. J. Baptista Sana riuscirono a ristabilire sul Rio Solimões sei missioni: S. Joaquim, alla foce del Javarì; S. Paulo, poi “de Olivença”; S. Pietro di Tonantins, S. Cristoforo di Amaturà; Nougueira sul lago di Tefè e Caiçara alla foce del Japurà. Negli anni successivi, i Gesuiti furono cacciati dai portoghesi con imprigionamenti e distruzioni; più tardi vi si portarono i Carmelitani del Parà, i quali dovettero far fronte ad una situazione disastrosa dal punto di vista religioso. 

Nel 1759 furono create le parrocchie di S. Paulo de Olivença, di Tabatinga e di Amaturà, gestite occasionalmente “in provvisione” fino al 1852. Si pensi che nel 1848 il Vescovo del Parà, dom José Alfonso de Moraes Torres, in visita pastorale, in tutto il Solimões (cioè da Manaus a Tabatinga – 1.500 km) trovò un solo sacerdote a Tefè. Comunque la preoccupazione pastorale per questa vastissima area così carente di sacerdoti sembrava destinata ad accentuarsi: infatti, nella seconda metà dell’Ottocento le visite pastorali si susseguirono a ritmo sempre più serrato (1848, 1864, 1894, 1898, 1908). Nel 1870 i Frati Minori Osservanti fondarono presso Belem do Solimões la cosiddetta “Missione del Caldeirão” con sei Padri, che rimase viva e fruttuosa per nove anni; poi la fatica, le difficoltà e le malattie costrinsero i Missionari a ritirarsi.

Da allora fino al 1906 troviamo la presenza sporadica ed abbastanza limitata nel tempo di qualche Missionario, fino a quando i Cappuccini milanesi della Custodia del Maranhão, chiamati a Manaus, presero a cuore la situazione religiosa dell’Alto Solimões, che visitarono regolarmente per due anni. Costretti a ritirarsi da Manaus per un ridimensionamento della loro presenza in Brasile, fin troppo ampia ed onerosa, furono “rimpiazzati” dai Missionari Cappuccini Umbri.

La Prefettura dell’Alto Solimões

La Missione affidata dalla Santa Sede ai Cappuccini dell’Umbria nel 1910 si snoda lungo il Rio Solimões, quella parte del Rio delle Amazzoni compresa tra Manaus e il confine del Brasile con la Colombia, che dal tempo dei “conquistadores” è stata indicata con questo nome. Occupa l’estremità Nord-Ovest dell’Amazzonia brasiliana che va dalla confluenza tra il Rio Solimões e l’Auatì-Paranà fino ai confini con la Colombia ed il Perù, e comprende il bacino del Solimões con i suoi affluenti: il Japurà, l’Içà e il Jandiatuba; e la valle del Javarì con i suoi affluenti: l’Itacoaì, l’Ituì e il Curuçà. La Missione, eretta a Prefettura Apostolica il 23 Maggio 1910, constava inizialmente di una superficie di 140.000 chilometri quadrati. Dal 1921, in seguito allo smembramento della valle del Japurà in favore della Prefettura di Tefè, si è ridotta a 110.000. Questo territorio, grande quasi mezza Italia, si incontra a circa 1.260 km da Manaus, risalendo il Rio delle Amazzoni, e si estende per quasi 1300 km lungo i fiumi Solimões e Javarì. Compreso tra il secondo ed il sesto grado dell’emisfero australe, rimane vicinissimo all’equatore ed è costituito esclusivamente di fiumi e foresta tropicale. Scarsissimamente popolato, all’arrivo dei nostri Missionari nel 1909 contava circa 23.000 abitanti; 28.000 nel 1940; 35.000 nel 1950; 63.000 nel 1974; 90.000 nel 1990; 175.000 oggi. La quasi totalità di questa gente vive lungo le rive dei corsi d’acqua, che ancora rimangono l’unica via di comunicazione. Dal punto di vista ecclesiastico, la Missione dell’Alto Solimões, Prefettura Apostolica dal 1910, è divenuta Prelatura Nullius nel 1950 e Diocesi nel 1992, con otto parrocchie e un centinaio di comunità ecclesiali di base.

ITALIA

Oltre alle attività di volontariato, la fondazione Assisi Missio si impegna nel territorio attraverso diverse opere di solidarietà, alcune di carattere locale, altre di respiro nazionale.
Uno degli obiettivi della fondazione è quello dell’animazione missionaria: la fondazione si impegna a diffondere, attraverso incontri, testimonianze, giornate missionarie, organizzazione di eventi, lo spirito missionario e la Bellezza di donarsi agli altri.

Avvicinare l’idea di missione fino a renderla una scelta che si possa fare nel quotidiano, che si apre così fino alle periferie esistenziali, morali e a quelle geograficamente più lontane.

Le giornate missionarie, gli incontri di carattere culturale e formativo, gli eventi di raccolte fondi organizzati diventano così uno strumento per poter sostenere concretamente i progetti nelle missioni dei frati cappuccini, ma anche per coinvolgere le persone in un “fare del bene che fa bene” prima di tutto a chi lo compie.

A questo proposito fondamentale è l’apporto della RETE DI ASSISI MISSIO di cui fanno parte:

  • La ONLUS Ra.Mi. – Ragazzi Missionari è un’Associazione che si occupa di volontariato sociale in Italia e nel Mondo. E’ un gruppo di ragazzi che vuole diffondere e far conoscere la via della missione nella vita di tutti i giorni, partendo da un sorriso e da un abbraccio che faccia sentire accolto l’Altro. Ragazzi accomunati dalla voglia di condividere esperienze di vita, di solidarietà e di spiritualità, ponendo al centro le persone e non le cose.
  • Il MUMA è il primo museo del mondo nel suo genere: a renderlo unico è stata la scelta fatta dai Frati Cappuccini dell’Umbria di trasformare un museo missionario tradizionale in un museo interamente multimediale e interattivo.
    È un museo storico, etnografico, scientifico, missionario che permette di incontrare su più livelli la regione dell’Alto Solimões, il suo inesauribile patrimonio di flora e fauna, la terra indigena dei Ticuna e il mondo multicolore brasiliano, i frati cappuccini – prima umbri poi brasiliani – che lì hanno costruito chiese, ospedali, scuole, fabbriche.
  • “Insieme Fratelli Indios” è un’Associazione fondata nel 1984. Al gruppo di ispirazione cristiano-sociale aderirono alcuni amici che, insieme alle rispettive famiglie, avevano capito di avere in comune non solo interessi di svago e di lavoro, ma anche la sensibilità verso le condizioni di vita delle popolazioni del terzo mondo ed i relativi problemi missionari. Entrata in contatto con i Cappuccini umbri che da 70 anni operavano in Amazzonia, l’Associazione, che allora si chiamava “Insieme Tikunas”, iniziò la sua attività. Oggi l’AIFI è una Onlus che opera prevalentemente in Amazzonia, ma anche in Africa e India, dove realizza progetti di solidarietà.

MADAGASCAR

I Frati Missionari Cappuccini italiani giunsero in Madagascar nel 1967. Insieme ai confratelli svizzeri, austriaci e francesi diedero un forte impulso da un lato all’evangelizzazione e alle opere sociali, dall’altro allo sviluppo della famiglia francescana del Primo Ordine (Frati Cappuccini), del Secondo Ordine (Clarisse) e del Terzo Ordine (Ordine Francescano Secolare). Oggi in Madagascar è costituita una Provincia autonoma dell’Ordine Cappuccino con circa duecento frati, tra i quali operano ancora anche i nostri Missionari italiani. Con loro, grazie anche al vostro aiuto, vogliamo continuare a sostenere le seguenti realtà educative ed assistenziali:

  • Centro Medico-Chirugico “St. Damien” (Ambanja).
  • Centro hanseniano “St. François” (Ambanja): esso comprende il lebbrosario vero e proprio, il tubercolosario, la scuola elementare.
  • Scuola “St. François et S.te Claire” (Fianarantsoa).
  • Dispensario “St. Pio” (Fianarantsoa).

BENIN

In Benin i Frati Missionari Cappuccini sono presenti dal 1987. I Vescovi locali chiesero ai primi Missionari di ascoltare la gente e di offrire loro una guida spirituale; poi di portare l’annuncio del Vangelo a quanti ancora non lo conoscevano, soprattutto nel Nord del Paese. Per quanto concerne le opere sociali, i Missionari hanno privilegiato la gioventù con la progressiva costruzione di tre case-famiglia (S.te Famille, St. Joseph, St. Pio), per aiutare bambini e adolescenti dall’asilo al compimento dei diciotto anni. Oltre agli ospiti interni, vengono aiutati anche bambini e ragazzi esterni, in vario modo. 

Ultimamente si cerca di aiutare i cosiddetti “bambini spaccapietre” dei villaggi del Nord che, fin dalla più tenera età, aiutano le mamme nella frantumazione delle pietre per la realizzazione della breccia da vendere. I Missionari Cappuccini assicurano anche il servizio pastorale in alcune parrocchie e nei villaggi presenti nelle foreste del Nord.