la vocazione missionaria

La vocazione missionaria sin dalle origini
La vocazione missionaria dell’Ordine dei Frati Minori si rivela dalle origini. Verso l’anno 1209, mentre Francesco d’Assisi si trovava alla Porziuncola per la messa, il sacerdote commentò il Vangelo di Matteo 10, “e Francesco, udendo che i discepoli di Cristo non devono possedere né oro, né argento, né denaro, né portare bisaccia, né bastone, ma soltanto predicare il Regno di Dio e la penitenza, subito esultante di Spirito santo esclamò: questo vogliamo questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!” (1Cel. 22)
Francesco, appena ebbe dei frati con sé, trasmise il programma di vita evangelica e sull’esempio di Gesù li inviò a due a due per il mondo ad annunciare il Signore morto e risorto. “Francesco disse: Fratelli carissimi, consideriamo la nostra vocazione. Dio, nella sua misericordia ci ha chiamati non solo per la nostra salvezza, ma anche per quella di molti altri. Andiamo dunque per il mondo esortando tutti, con l’esempio più che con le parole, e fare penitenza dei loro peccati e a ricordare i comandamenti di Dio.” (Tre Comp. 36)
Francesco è il primo fondatore a inserire nella Regola un capitolo sulle missioni. “Tutti quei frati che, per divina ispirazione, vorranno andare tra i saraceni e tra gli altri fedeli…” (Rb 107).
Andare tra i Saraceni e altri infedeli. I frati sono, anche oggi, in mezzo ai “Saraceni” (e non accanto o al di sopra), non per fare una crociata o una conquista, ma con spirito di pace e di non – violenza, con il desiderio di condividere la vita e il lavoro di tutti, come una presenza fraterna di solidarietà per costruire insieme la vera pace. I “Saraceni” oggi sono semplicemente “gli altri”, di qualsiasi cultura e religione.
La missione del fratello Minore è di andare a incontrare l’Altro.